È prassi comune per molti manutentori lubrificare le funi da sollevamento con grasso comune mettendo a repentaglio la possibilità di verifica, prevista per legge ogni 3 mesi o con cadenza inferiore se la fune presentasse problemi di qualsiasi genere, generando un problema che permette il più semplice esame.
Questo avviene spesso quando la possibilità di corrosione della fune è dettata da condizioni atmosferiche avverse, come ad esempio l’ambiente salmastro delle gru che operano in ambiente offshore o semplicemente per le gru che operano all’esterno.
Fortunatamente con l’aggiornamento normativo UNI ISO 4309:2019 è chiara la possibilità dell’uso del sistema Magneto Induttivo (MRT) che riesce ad identificare potenziali difetti anche con la presenza del grasso comune o del grasso in genere.
Per le gru offshore o le funi delle scialuppe di salvataggio di una nave, ad esempio, è sempre buona prassi usare il Magneto Induttivo per via dell’ambiente salmastro e per il fatto che molte funi tendono ad iniziare il processo di corrosione dall’interno.
Dopo aver appurato che il controllo della fune dovrebbe essere effettuato secondo normativa (se non specificato diversamente dal costruttore) vediamo cosa bisogna controllare. Qui la norma è di nuovo molto chiara. La tabella 1 definisce infatti i ‘modi di deterioramento’ che sono nell’ordine:
Per tutti questi modi di deterioramento il tecnico deve dare una valutazione, espressa da un ‘severtity rating’ che esprime il grado di usura relativo al singolo danneggiamento.
La norma definisce poi i cosiddetti ‘assessment methods’ e cioè i metodi di valutazione per ciascuno dei modi di deterioramento. Ad esempio, per il diametro è necessario effettuare una misurazione. Per i fili rotti visibili il metodo è il ‘conteggio’ proprio perché essi sono visibili. Questo al fine di facilitare l’analisi al tecnico e consentirgli di valutare correttamente quanto richiesto dalla norma.
Notiamo subito che il tecnico deve sempre dare una valutazione dell’usura e della corrosione, sia esterna che interna. Inoltre deve dare una valutazione della perdita di sezione dovuta alla presenza di fili rotti, sia esterni che interni.
Sappiamo infatti che esistono tipologie di funi nelle quali le difettologie nascono negli strati interni di trefoli e in questo caso è necessario che il tecnico competente ne tenga conto. Proprio perché in determinati casi è complesso effettuare valutazioni puramente visive, la norma introduce nei metodi di valutazione il cosiddetto ‘Magnetic Rope Test’, indicato con l’acronimo MRT. In particolare esso viene indicato nei punti 2-4-6 dei modi di deterioramento visti poco sopra.
Vengono definiti nuovi criteri di scarto da utilizzare con questo metodo e viene posta l’attenzione sul fatto che, oltre ad un aiuto all’ispezione visiva, il MRT è anche la soluzione principale da utilizzare quando si deve operare una ispezione interna della fune (Annex D: ‘Quando il tecnico decide che è necessaria una ispezione interna della fune e il metodo magnetoinduttivo non può essere applicato, è possibile aprire localmente la fune con le apposite morse’).
Questo è abbastanza naturale ed intuitivo.
Laddove il tecnico ritenga opportuno effettuare una ispezione interna della fune, egli non ha altro modo di operare che utilizzare un metodo in grado di rilevare difetti interni. La soluzione alternativa consiste nell’utilizzo delle morse, che però è inutile su funi antigiro (Annex F, sezione F.1) ed è di difficile applicazione anche su funi tradizionali.
Il metodo è quindi introdotto come un valido aiuto per l’operatore che diversamente, specialmente per il rilievo dell’usura interna, sarebbe costretto a dare una valutazione soggettiva
Naturalmente il MRT va sempre associato ad una ispezione visiva che consente di rilevare i difetti visibili e di compilare correttamente il rapporto di prova. Laddove un difetto non sia visibile ma sia evidenziato dal MRT l’operatore procederà ad una valutazione della gravità così come definito nella stessa norma.
E’ però un errore, nel momento in cui non si vuole effettuare un MRT, dimenticarsi di quanto indicato nella tabella 1 della norma e non dare indicazione alcuna in merito ai fenomeni di usura della fune.
Se il tecnico non effettua un esame interno, deve dichiarare che secondo il suo parere non vi sono fenomeni di questo tipo. A questo punto indicherà nel verbale che l’usura interna della fune è pari a zero e non ci sono fili rotti non visibili.
Diversamente il rapporto di prova risulterebbe incompleto.
Il lubrificatore per funi WRL Lincoln, presentato da SKF, è una soluzione pensata specificamente per la manutenzione. Il sistema è infatti ideato per un’applicazione e lubrificazione delle funi d’acciaio a cadenza mensile, stagionale o a scelta dell’utente. Il lubrificatore Lincoln si sostituisce alla lubrificazione manuale e, di conseguenza, riduce i tempi di fermo macchina e prolunga la vita utile della fune fino a 6 volte. Questo prodotto affidabile forza il lubrificante nel cuore della fune per ridurne l’attrito ed il relativo sviluppo di calore, aumentandone la durata. Il lubrificatore WRL è facile da usarsi ed è compatibile con la maggior parte dei lubrificanti commercializzati per queste applicazioni. Rapido ed efficiente, il lubrificatore aiuta a prevenire la corrosione e riduce lo spreco e la contaminazione ambientale. Disponibile attualmente per funi di grandezza fino a 2″ (52mm), con una gamma in continua crescita.
Insieme al lubrificatore si consiglia l’uso di NILS KALOS 28 che è un lubrificante speciale per funi di acciaio. Sintetico, esente da oli minerali, garantisce eccezionale adesività, protezione anticorrosiva, resistenza ad ossidazione e invecchiamento, stabilità all’azione dei raggi UV.
Per facilitare l’applicazione e migliorarne la capacità di penetrazione, il prodotto è diluito con un solvente speciale.
L’applicazione, a seconda del tipo di fune e delle condizioni di utilizzo, può avvenire a pennello, a goccia, a spruzzo, a mano o con utensili adatti.Al termine dell’evaporazione del solvente, KALOS 28 forma un sottile film lubrificante tenace con ottime proprietà adesive e lubrificanti.
Se vuoi controllare le funi con il sistema Magneto-induttivo
Il 1° Dicembre 2017 è stata pubblicata la nuova normativa ISO 4309:2017 (in Italia UNI ISO 4309:2019) che contempla e suggerisce l’utilizzo di nuovi Controlli Non Distruttivi per l’analisi delle funi metalliche utilizzate nel settore del sollevamento merci. Nello specifico viene suggerito, per l’analisi interna della fune, il controllo di tipo1 MRT (Magnetic Rope Test).
Verifiche accessori di sollevamento e funi Controlli non distruttivi.
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